L’ex presidente e vice del Calcio Como Pietro Porro e Flavio Foti restano agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di revoca del provvedimento restrittivo avanzata dai legali dei due ex dirigenti azzurri, ai domiciliari dal 9 gennaio scorso. Porro e Foti sono accusati di bancarotta per distrazione e dissipazione e bancarotta preferenziale nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società, avvenuto nell’estate del 2016.
Le contestazioni dell’accusa ruotano attorno a due questioni principali che avrebbero portato al dissesto economico della società aprendo un buco superiore ai sei milioni di euro. La prima riguarda il passaggio di proprietà del campo sportivo di Orsenigo, la seconda la compravendita del marchio del Calcio Como.
Interrogati dopo l’esecuzione dell’ordinanza, Porro e Foti si erano avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice delle indagini preliminari. Il primo passo ufficiale dei loro legali è stato dunque questo ricorso al Riesame, ma l’esito non è stato positivo per la difesa.
La vicenda penale del fallimento del Calcio Como aveva già portato ad una importante operazione nello scorso mese di aprile, quando la finanza si presentò al centro sportivo di Orsenigo per mettere i lucchetti ai cancelli, in esecuzione di un sequestro preventivo. Il campo di Orsenigo è stato infatti indicato come l «profitto del reato» di bancarotta dell’ex dirigenza azzurra.