Definire sgradevole l’episodio è quantomeno eufemistico. Non solo per l’imbrattamento, assolutamente esecrabile, ma per la violenza verbale, l’aggressività cui sono state sottoposte due donne che hanno solo invitato due ragazzini alla civiltà, al rispetto delle cose. Niente di complicato. Ma pare non sia sempre così.
E’ successo oggi, sabato 20 agosto, intorno alle 15.30 in piazza Martinelli a Como. Riportiamo il racconto di Laura Colombo letteralmente, perché rappresenta, con estrema chiarezza, quanto accaduto:
“Vedo una signora e una coppia di giovani che stanno parlando molto animatamente. Mi fermo e capisco: la donna, con modi gentili, sta invitando i ragazzi a smettere di imbrattare il muro di una casa. Per tutta risposta riceve improperi e parolacce pesanti . Non si arrende e scatta una foto, suscitando l’ira del ragazzo che vuole il cellulare e la minaccia di morte.
Intervengo in soccorso della signora, mentre chiamo il 112. La discussione trascende e il ragazzo le sputa addosso. Il centralino non sa dov’è piazza Martinelli, mi chiede se è via Abbondio Martinelli (!) e mi dice di stare calma. Sono calmissima: è il ragazzo che urla. Ma quando capisce che sto parlando con le forze dell’ordine prende la sua compagna e scappa. Io e la signora rimaniamo in attesa: l’auto arriva dopo 20 minuti. Chi interviene ascolta il nostro racconto e ci invita a fare denuncia. Non succederà nulla, lo so. Allego le foto del ‘capolavoro incompiuto’ da quella della coppia di ‘artisti'”.
Nb: i due “artisti”, “liberi pensatori” in cerca di “libera espressione” – come da foto, conducono la battaglia con un pennarello, un pennarello – hanno imbrattato il muro insultando a caso l’universo, la vita e tutto quanto: pittando un dito medio e altre amenità. Forse il concetto di libertà di pensiero andrebbe chiarito con un paio di mesi di servizio alla comunità. Niente multe, niente sanzioni, un poco di sano servizio sociale.
Nb2: abbiamo chiarito il fraintendimento con il 112, in effetti Google Maps riporta un errore grave. Per qualche strano motivo confonde piazza Martinelli – vedi sotto – con Abbondio Martinelli. Un problema di geolocalizzazione.
Google maps non sempre è impeccabile: la mia auto mi consente di monitorare i percorsi compiuti, ebbene spesso le indicazioni di Google maps sono approssimative: una volta la via in cui abito non viene indicata correttamente, un’altra viene segnalata la via giusta ma è sbagliato il numero civico…
Però, però, che le forze dell’ordine non sappiano dove si trovi una certa piazza, beh, mi lascia alquanto perplesso: e se si fosse trattato d un episodio ben più grave?
Quanto ai due imbrattatori, che dire? Se mi fossi trovato nei paraggi, forse avrei tirato un bel calcione al fondoschiena di entrambi (sono per le pari opportunità…)- pur essendo un tipo pacifico per natura e convinzioni – non tanto per l’imbrattamento (da punire), quanto per l’arroganza mostrata verso un un cittadino civile, che si è trovato nell’assurda e surreale situazione di essere aggredito e insultato da un teppista, mentre difendeva un bene comune.
Infine, oltre a quanto proposto nell’articolo, io suggerirei anche un test per valutare il Q.I. di questi esseri. Credo che di materia grigia in quei cervellini ce ne sia ben poca.