Paratie antiesondazione del Lago di Como: torna ad accendersi la polemica sull’utilità dell’opera. Opera infinita, iniziata nel 2008 e non ancora terminata, che costerà oltre 30 milioni di euro.
Le piogge degli ultimi giorni hanno riportato il lago alle soglie di piazza Cavour. Elisabetta Patelli, voce di spicco dell’ambientalismo comasco, torna alla carica sul tema. “Tutti sanno che l’esondazione avviene quando il lago supera i 120 centimetri. Ebbene, in questi giorni il lago non è mai nemmeno arrivato a quota 100. Il lungolago è sempre stato percorribile, pur in presenza di una situazione meteorologica eccezionale. L’acqua è un elemento difficile da gestire trova sempre dei canali di infiltrazione, è una presunzione pericolosa quella di poterla governare con le paratie. L’acqua in centro storico sale dal basso attraverso i tombini, come sanno i residenti e con la passeggiata rialzata temiamo l’ “effetto piscina” in piazza Cavour. Quindi – conclude Patelli – invece di tirare in ballo la “natura” per giustificare un’opera faraonica, costosa e dannosa sarebbe meglio una seria valutazione della situazione idrogeologica complessiva dei bacini lombardi e, a livello locale, anche del sistema fognario e di gestione delle acque piovane, per non trovarsi, come oggi, non con il lago esondato, ma il Duomo allagato”.
Nei giorni scorsi era invece intervenuto in difesa dell’opera il leghista Fabrizio Turba, consigliere e sottosegretario regionale. “La natura, bisogna dire, purtroppo per i rischi corsi nelle ore di maltempo ha risposto direttamente ai detrattori del progetto paratie. Nel giro di una giornata – aveva detto – nonostante la massima apertura delle dighe di Olginate, il Lario è quasi arrivato in piazza Cavour”.
Punti di vista differenti su un’opera che, nella migliore delle ipotesi, verrà conclusa nel 2022.