Una volta dimesso dall’ospedale, dove è ancora ricoverato, andrà in carcere a Varese l’uomo di 57 anni accusato di aver sequestrato la ex moglie, di averla legata e picchiata e poi, dopo averla liberata, di aver dato fuoco all’auto nel garage, tentando infine di togliersi la vita.
Al termine degli accertamenti, il giudice del tribunale di Como ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 57enne. Il provvedimento gli è stato notificato dai militari dell’Arma in ospedale, dove è appunto ricoverato dal 18 ottobre scorso, il giorno dell’aggressione alla ex moglie.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Mozzate, compagnia di Cantù, la mattina presto il 57enne, a bordo della sua auto ha inseguito la ex moglie che stava andando al lavoro, l’ha bloccata e l’ha colpita alla testa con un martello chiudendola poi nel bagagliaio e portandola nella sua abitazione a Mozzate. In casa, l’uomo ha legato la donna a una sedia e, minacciandola, l’ha costretta a sbloccargli il suo cellulare per controllare messaggi e immagini perché era convinto che la donna, dopo la fine della loro storia avesse una nuova relazione. Non avendo trovato le prove che cercava, l’uomo avrebbe liberato la donna riportandola sulla strada in cui l’aveva sequestrata. Tornato a casa, il 57enne ha poi incendiato la sua auto nel box e poi si è ferito più volte con un coltello. E’ stato salvato da vigili del fuoco e carabinieri, intervenuti dopo la segnalazione dell’incendio.
I militari dell’Arma hanno poi ricostruito la mattinata di terrore vissuta dalla ex moglie del 57enne e hanno raccolto elementi sufficienti a ottenere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.