Fermato al porto di Genova, al rientro dalla Tunisia, il giovane accusato dalla polizia di Como di essere il capo di una baby gang composta da quattro ragazzi accusati di aver rapinato alcuni coetanei, minacciandoli e senza esitare a ricorrere alla violenza. Tre dei componenti del gruppo nel giugno scorso erano stati affidati a una comunità per minori, ma mancava ancora il presunto capo della banda, tornato nel suo Paese d’origine dove è rimasto fino ai giorni scorsi. Al ragazzo, che nel frattempo è diventato maggiorenne, viene contestata anche una violenza sessuale su un’adolescente.
La baby gang, secondo quanto ricostruito nei mesi scorsi dagli agenti di polizia della Questura di Como, colpiva nel centro del capoluogo. Uno dei componenti della banda, con una scusa avvicinava la vittima con fare amichevole e poi lo spingeva verso vicoli poco frequentati, dove i complici entravano in azione, piombavano addosso al malcapitato e lo costringevano con la violenza a consegnare alla gang somme di denaro e giubbotto.
Dopo i primi provvedimenti del giugno scorso, il principale indagato era rimasto impunito. Era andato in Tunisia, dove era poi rimasto bloccato per il lockdown. Gli agenti della polizia di Como lo hanno fermato al suo rientro in Italia, al porto di Genova. E’ stato accompagnato in una comunità e comparirà in tribunale per la prima udienza al 16 ottobre.