Dopo l’allarme dei medici di base, l’amarezza e la frustrazione dei farmacisti. I vaccini antinfluenzali non ci sono, arriveranno solo in un secondo momento (dopo che sarà terminata la campagna tra i soggetti considerati a rischio) e saranno pochi. Si consideri che gli anni scorsi ogni farmacia aveva dai 50 ai 150 vaccini che distribuiva alla popolazione che non aveva diritto a farlo gratuitamente, quest’anno si prevede che ne arriveranno appena tra i 10 e i 15. Dati allarmanti che vengono scanditi nel giorno in cui i sindacati confederali dei pensionati hanno ribadito che la Lombardia non può permettersi il fallimento della campagna di vaccinazione antinfluenzale, soprattutto in un anno come questo. E’ quanto emerso da Cgil, Cisl e Uil durante il convegno dal titolo “Vaccini. La cura della prevenzione”.
“La situazione è assurda – dice Giuseppe De Filippis, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Como – purtroppo i vaccini non sono attualmente disponibili in farmacia in 50 anni di lavoro non mi era mai capitato di trovarmi in questa condizione, sono amareggiato”
Non solo vaccini, anche i farmacisti – assieme agli operatori sanitari – sono in prima linea in questo momento di emergenza Covid, molti di loro in queste settimane hanno visto entrare in farmacia persone che dovevano, invece, stare a casa in quarantena fiduciaria ma che non sapevano a chi rivolgersi per l’acquisto di farmaci.
De Filippis ha ricordato che molte farmacie hanno attivato il servizio di consegna al domicilio e che è possibile rivolgersi anche ai comuni. Il riferimento – per i municipi che lo hanno attivato, come ad esempio Como (orario 8-17, telefono 031.252.770) – è il Centro Operativo Comunale e poi un aiuto può essere richiesto a parenti, amici o vicini di casa con le dovute misure di protezione.
Infine un’ultima raccomandazione sulle bombole d’ossigeno. Al momento non si rilevano criticità sul servizio ma una volta usate vanno riportate subito in farmacia per essere ricaricate e per essere messe a disposizione di chi ne ha bisogno.