Casinò di Campione d’Italia: le decisioni del tribunale.
Quindici giorni di tempo – rispetto ai 120 auspicati dalla società di gestione della sala da gioco – per presentare la documentazione necessaria per illustrare i contenuti delle proposte e «ricalibrare le domande di soluzione della crisi» alla luce di quanto avvenuto in questi mesi. Ma anche il rigetto delle misure cautelari chieste dalla Procura di Como che auspicava di non restituire ai vecchi amministratori le chiavi della struttura congelando nello stesso tempo i conti correnti della casa da gioco (contenenti poco meno di sei milioni di euro). Infine, la nomina di due precommissari giudiziali chiamati a vigilare sull’attività della società di gestione del Casinò segnalando al Tribunale ogni eventuale inadempienza.
In estrema sintesi sono queste le decisioni prese dalla Prima Sezione Civile del Tribunale di Como, composta dal giudice estensore Marco Mancini, dal presidente del Tribunale Ambrogio Ceron e dalla dottoressa Annamaria Gigli, in merito alla rinnovata istanza di fallimento del Casinò di Campione d’Italia che era stata presentata dal pubblico ministero Pasquale Addesso e dal Procuratore capo Nicola Piacente. Sul tavolo c’era un buco nei conti correnti che aveva raggiunto i 175 milioni di euro.
L’udienza si era tenuta lo scorso 18 dicembre. Il Collegio si era riservato di decidere sia sulla rinnovata domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo presentata dalla casa da gioco (che chiedeva anche 120 giorni di tempo per presentare la documentazione necessaria) sia sulla richiesta di misure cautelari che era stata avanzata dalla Procura di Como per salvaguardare i conti della società. La riserva è stata sciolta stamattina, con la notifica alle parti della decisione presa dal Tribunale lariano.
I giudici hanno concesso alla casa da gioco 15 giorni di tempo per presentare quanto dovuto, fissando già la prossima udienza ad inizio febbraio.