Mentre continua la sua lotta per la vita in un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lecco – il quadro clinico è molto critico e delicato – emerge la storia del 18enne tunisino, estratto lunedì dalle acque del Lago di Como da un agente della polizia stradale dopo che – accusando un malore – era sprofondato a due metri di profondità. Il giovane per diversi minuti è rimasto senza ossigeno. Solo in queste ore i genitori e il fratello sono stati informati di quanto accaduto. Non erano in Italia, ma ancora in Tunisia.
Il ragazzo era arrivato in Italia a inizio del 2021, sbarcato a Lampedusa in uno dei viaggi della speranza attraverso il Mediterraneo. Era arrivato da solo, senza famiglia, come minore non accompagnato. E’ poi diventato maggiorenne a maggio.
Nonostante questo, dopo essere stato preso in custodia da una comunità, si era rimboccato le maniche e aveva iniziato a lavorare in una pizzeria del Monzese riuscendo in pochi mesi a mantenersi da solo, ospitato in una casa dallo stesso datore di lavoro.