Il Covid torna sotto ai riflettori con la nuova variante EG.5, denominata Eris, che si sta diffondendo a livello globale e ha numeri in crescita in Italia. A dirlo anche uno studio dell’Università dell’Insubria. Pubblicata nelle scorse ore sulla rivista European Journal of Internal Medicine una analisi del gruppo coordinato dal professor Fabio Angeli, docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica.
Dopo che il 9 agosto l’Organizzazione mondiale della sanità ha designato la EG.5 come nuova variante «di interesse» i ricercatori hanno analizzato quanto e come è cambiata e quale possa essere il suo contributo all’incremento dei contagi, del tasso di ospedalizzazione e mortalità osservati nelle ultime settimane a livello globale.
Lo studio dell’Università dell’Insubria ha valutato l’effetto di una particolare mutazione avvenuta a livello della proteina Spike del virus, che conferirebbe a questa variante una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali (generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini).
Il docente dell’Insubria: “E’ più resistente agli anticorpi”
«La maggiore resistenza agli anticorpi e la inalterata capacità trasmissiva e di legame alle nostre cellule della variante EG.5 rispetto alle precedenti e temute varianti Omicron – commenta Fabio Angeli – spiegherebbe l’aumento degli indicatori (numero di casi positivi, tasso di occupazione dei letti di terapia intensiva, decessi e tasso di positività ai tamponi) anche nel nostro Paese (+43,4% i casi positivi, +44,6% i decessi nell’ultima settimana, rispetto a quella precedente); i risultati – aggiunge – spiegano anche perché questa variante sta diventando dominante (in Italia è presente in almeno il 40% dei sequenziamenti) e fanno affievolire le speranze che le nuove varianti (compresa la Eris) possano diventare col tempo meno diffusive».
«Ora più che mai – conclude il professor Angeli – è importante continuare a studiare e monitorare la diffusione delle varianti del virus, anche per indirizzare le future strategie preventive».