La ripartenza dei lavori sull’autostrada A9, l’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 e l’ampliamento del cantiere delle paratie sul lungolago di Como. Tre eventi concomitanti che la prossima settimana rischiano di mandare in tilt il traffico sul territorio. Anzi, non è un rischio. “È inevitabile – dice il comandante della polizia locale di Como, Vincenzo Aiello – Assisteremo a code e rallentamenti. Purtroppo non ci sono misure strutturali da adottare, altrimenti sarebbero già state adottate in passato. Chi ne ha la possibilità, dovrebbe evitare di uscire con l’auto nelle ore di punta”.
I lavori sulla A9, com’è noto alle migliaia di comaschi che da tre anni impiegano ore per spostarsi, servono ad ammodernare la Galleria San Fermo. Il cantiere, oltre a portare code in autostrada, si ripercuote sulla viabilità ordinaria di Como.
“Sicuramente avremo un’attenzione in più, – spiega il comandante Aiello – ma sarebbe insostenibile un servizio aggiuntivo. Dovremo presidiare anche le scuole. Il numero di agenti è limitato e potremo intervenire soltanto sulle emergenze”. All’inizio delle attività scolastiche e ai lavori sulla A9 si aggiunge, come detto, anche il cantiere sul lungolago, ampliato da oggi con la soppressione di un passaggio pedonale e lo spostamento di una fermata del bus. “In questo caso – conclude Aiello – non sono state introdotte modifiche viabilistiche per le auto, ma il rischio è che i pedoni invadano la carreggiata attraversando dove capita, provocando rallentamenti”.
La preoccupazione per lunedì, con la riapertura del cantiere in autostrada, è soprattutto per chi ogni giorno attraversa il confine per recarsi al lavoro, i frontalieri. Gli interventi, come annunciato da Autostrade per l’Italia, dovrebbero concludersi entro il ponte dell’Immacolata per poi ripartire a marzo. “È una storia infinita – commenta Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della Cgil – Riceviamo quotidianamente lamentele da chi è costretto a passare ore in coda. Il traffico che si crea rileva un altro problema. Le linee ferroviarie di confine sono limitate (caricano soltanto il 10% delle persone che si recano in Svizzera) e mancano i parcheggi di interscambio. I frontalieri, inoltre, – continua Augurusa – sono in costante aumento, negli ultimi 20 anni sono raddoppiati, ma sono anche cambiate le abitudini. L’auto non è più utilizzata in condivisione come un tempo. E questo moltiplica il numero dei veicoli circolanti. È necessario un piano per migliorare i trasporti e disincentivare l’utilizzo del mezzo privato”.