(ANSA) – LIMA, 06 MAG – La strage di 13 minatori scoperta in Perù con il ritrovamento dei corpi in un tunnel nella regione settentrionale di Pataz, rischia adesso di trasformarsi in un caso politico e di aprire una nuova crisi di governo. La presidente Dina Boluarte, già al centro di numerose inchieste per corruzione, ha decretato il coprifuoco e sospeso l’attività mineraria nella zona aurifera che più di ogni altra è colpita dall’estrattivismo illegale, ma il suo governo è adesso sotto accusa da diversi settori dell’opposizione e dell’opinione pubblica per aver minimizzato le denunce dei familiari delle vittime e per l’inefficienza nella lotta ai gruppi criminali. Il capo di Gabinetto, Gustavo Adrianzén – segnala l’opposizione – aveva parlato di "falso allarme" dopo le prime denunce della scomparsa dei 13 minatori, mentre i media parlano di ‘reazione tardiva’ e di ‘misure erratiche’ del governo Boluarte. Oltre a questo è emerso nelle ultime ore in base a registri delle autorità di frontiera, riferisce il portale Rpp, che uno dei principali sospettati della strage – Miguel Rodríguez Díaz, alias ‘Cuchillo’ – avrebbe lasciato il Paese indisturbato nei giorni scorsi. Secondo la Sociedad Nacional de Minería, Petróleo y Energía del Perù (Snmpe) le perdite annuali causate dall’estrattivismo illegale equivalgono a circe 5,5 miliardi di euro. (ANSA).