La città di Como cresce. E sfatando un mito piuttosto consolidato e molto cavalcato anche dalla politica, lo fa soprattutto nel centro storico. A dirlo sono i dati dell’Ufficio Statistica del Comune di Como, per ovvie ragioni ancora fermi al 31 dicembre 2015 ma confrontati a quelli di 3 anni prima.
Dal 2012 allo scorso anno, il quartiere della città che è cresciuto di più è proprio il centro, passato da 6.184 residenti a 6.450. Duecentossesanta persone in più, che significa la maggiore crescita in assoluto, prima ancora di Albate con 264 e di Camerlata con 257.
Insomma, in tempi in cui la presunta inavvicibilità del centro storico è un must del dibattito cittadino, e dopo lustri in cui lo spopolamento del cuore di Como è stato una sorta di dogma, i numeri dicono altro.
Ma non è questa l’unica sorpresa che emerge dallo studio condotto dagli uffici di Palazzo Cernezzi: perché se è vero che la crescita complessiva dei residenti in Como è un trend consolidato – gli abitanti sono passati dagli 83.422 del 31 dicembre 2012 agli 84.495 di fine 2015 – colpiscono almeno altro paio di elementi peculiari. Ad esmpio poco scontati potrebbero risultare gli incrementi registrati nelle piccole frazioni di Garzola (da 789 abitanti a 808) e Camnago Volta (da 1.449 a 1.530).
E per sfatare qualche altra teorica certezza, va sottolineato che non sembra più un fattore omogeneo e strutturale l’aumento della popolazione nei quartieri periferici. Perché se è vero che a Sagnino, Ponte Chiasso, Muggiò, Rebbio, Lora e soprattutto ad Albate e Camerlata i residenti sono cresciuti, cali più o meno marcati si sono registrati a Prestino, Monte Olimpino, Ponte Chiasso e Tavernola, dove gli abitanti sono diminuiti.
Infine, un’ultima curiosità: in termini generali, Como cresce soprattutto grazie al saldo migratorio visto che il tasso di natalità – numero di figli ogni mille abitanti – in 3 anni è crollato dall’8,34 al 7,32 del e quello di mortalità è salito dal 10,3 al 12,41.