Il Polo Scientifico di via Valleggio dell’Università dell’Insubria avrà una nuova veste e diventerà un “campus della cultura” grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, che nell’ambito del bando “Interventi emblematici”, hanno destinato 1 milione 900mila euro all’ateneo comasco, 900mila stanziati dalla Fondazione e 1 milione dalla Regione.
“Un risultato eccellente, – è il commento del prorettore Stefano Serra Capizzano – che testimonia un grande lavoro di squadra. La parola chiave è “alleanza” con il territorio. L’intervento sull’ateneo dell’Insubria diventa parte della riqualificazione dell’intero quartiere”.
Il valore complessivo del progetto “Urban regeneration in via Valleggio”, che sarà sostenuto anche con fondi dell’ateneo, è di 3 milioni e 400mila euro per tre anni di lavori, in parte già avviati. L’intervento prevede innanzitutto la ristrutturazione dell’Aula Magna di via Castelnuovo. “Si tratta del secondo spazio con la maggiore capienza in città, dopo il Teatro Sociale – spiega Serra Capizzano – Conta 480 posti e potrà essere utilizzato per eventi aperti alla cittadinanza e organizzati anche dal Comune o dalle associazioni. La riqualificazione va quindi a beneficio della città”.
Il cuore del progetto prevede il restyling del Polo Scientifico di via Valleggio, che diventerà un campus della cultura. “L’intervento riguarderà la piazza interna – spiega il prorettore – con due nuovi spazi per gli studenti, un bar, un nuovo ingresso al museo della Seta. Il Polo Scientifico ospita attualmente un migliaio di studenti dei corsi di laurea in Alta Tecnologia, Chimica, Fisica, Informatica, Matematica, Scienze Ambientali e Mediazione Linguistica, oltre a 70 tra professori e ricercatori e 100 tra dottorandi e assegnisti. Il progetto riguarda anche la riqualificazione, già in atto, del parcheggio a raso con 103 posti auto adiacente all’area di via Valleggio, che sarà dotato di pannelli fotovoltaici e posteggi dedicati al car sharing e alla ricarica delle auto elettriche. Un’operazione, dunque, – conclude Serra Capizzano – che guarda al futuro”.