One man show, ieri sera, su Etv: nel talk “Nessun Dorma”, il simbolo di Mani Pulite Antonio Di Pietro si è raccontato e ha risposto alle domande dei telespettatori e degli ospiti in studio.
Due ore intense, centrate non solo sull’inchiesta Mani Pulite ma anche sulla carriera politica di Di Pietro e sui propositi per il futuro dell’ex magistrato, che intende candidarsi nel 2016 come sindaco di Milano.
Ampio spazio, ovviamente, è stato dedicato alla stagione di Tangentopoli. <Noi siamo stati accusati di aver fatto un’operazione politica. La nostra, invece, era un’operazione giudiziaria, e l’abbiamo condotta perché abbiamo giurato sulla Costituzione>, ha detto Di Pietro, che ha poi risposto anche alle critiche di chi sostiene come il Pci, a differenza di democristiani e socialisti, sia stato solamente sfiorato da Mani Pulite. <Io ho indagato su tutto ciò che anche la sinistra ha fatto a Milano. Il problema di fondo è che parlavamo di reati commessi al di fuori della nostra competenza territoriale. I fascicoli sono perciò andati a Roma, Napoli e in altre Procure>.
Il 6 dicembre 1994 Di Pietro lascia la toga, un gesto eclatante. <Se fossi restato dov’ero, Mani Pulite sarebbe stata usata per fini politici strumentalizzando la mia persona. Ho preferito fare un passo indietro per consentire ai miei colleghi di continuare quel lavoro>. Di Pietro ha parlato a lungo del rapporto con Berlusconi e della sua iniziativa politica, della stagione dell’Italia del Valori tra critiche e successi. Ha poi confermato l’intenzione di presentarsi come candidato sindaco di Milano nel 2016. <Non conosco bene il milanese, ma i milanesi sì. Credo che la mia esperienza possa servire>. Un sindaco sceriffo? <Lo sceriffo è dalla parte della legge, non è un delinquente. Come si dice: “quando ce vò, ce vò”>.
La puntata è stata chiusa con una serie di fotografie di politici di ieri e di oggi, per i quali l’ex magistrato doveva scegliere un aggettivo o un commento. Ha definito Craxi <un pezzo di storia>, Renzi <un abile venditore>. Ha consigliato a Grillo di <scendere dal palco e darsi da fare>. Napolitano <ha detto molto facendo capire poco>. Salvini? <Bossi due la vendetta. Gli riconosco il merito di esser chiaro in quel che dice anche se non condivido nulla di quel che dice>. Infine, una foto di Di Pietro: <e che c’azzecca?>, ha concluso l’ex magistrato, strappando l’ultima risata agli ospiti in sala.