Fucili a canne mozze, pistole, coltelli e asce. Uno scontro a fuoco a tutti gli effetti, in pieno giorno, nei boschi tra le province di Como e Varese. Una battaglia tra due bande decise a prendere il controllo di una piazza dello spaccio in grado di garantire un giro d’affari da circa 10mila euro al giorno.
E’ lo scenario inquietante merso nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio, nel marzo scorso, di un marocchino di 24 anni ucciso a Tradate, nel Varesotto, e poi abbandonato a Locate Varesino. Questa mattina, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone, sette marocchini e un italiano, una delle quali ancora latitante, accusate a vario titolo di omicidio aggravato, occultamento di cadavere, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, favoreggiamento personale, detenzione e spaccio.
Il corpo di Nouredine El Azyz era stato scoperto in una zona boschiva a Locate Varesino il 17 marzo scorso. I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Como, agli ordini del tenente colonnello Andrea Ilari, hanno ricostruito il contesto nel quale è maturato l’omicidio e sono risaliti ai responsabili. La guerra tra due bande per il controllo dello spaccio proseguiva da alcune settimane e, in base a quanto emerso, era passata da numerosi episodi di violenza, compreso il sequestro di un 30enne marocchino, legato a un albero per alcuni giorni senza acqua né cibo.
Una guerra che ha avuto il suo epilogo nel pomeriggio del 16 marzo, con uno scontro a fuoco che ha coinvolto nove persone e al quale hanno assistito numerosi tra i clienti degli spacciatori, in gran parte italiani. Nessuno ha collaborato con gli investigatori. L’unico italiano tra gli arrestati, un 51enne di Varese noto come “Gargamella” o “lo zio”, avrebbe trasportato in auto il cadavere da Tradate a Locate Varesino, dove poi è stato scoperto con ancora addosso droga, soldi e strumenti per il confezionamento delle dosi.