Un accordo eviterà ai comaschi che vogliono far cremare i propri defunti una stangata da oltre 300 euro.
E’ la soluzione ideata dal Comune di Como per ridurre al minimo i disagi derivanti dalla chiusura del forno crematorio: l’impianto, che continuava a rompersi, è fuori uso da mesi. E così i comaschi, per cremare i propri defunti, dovevano andare in altre città, come Varese, sobbarcandosi costi aggiuntivi per oltre 300 euro.
Perciò il Comune a febbraio ha pubblicato un avviso per cercare una ditta di cremazioni disposta a riservare condizioni vantaggiose ai cittadini comaschi. Comaschi che, con il forno cittadino in funzione, pagavano 376 euro a cremazione.
“Si sono fatte avanti tre aziende – spiega Marcello Iantorno, assessore ai Servizi Cimiteriali – la prima gestisce il forno di Bust e chiede 389,66 euro più Iva, con trasporto a carico dei familiari. La seconda gestisce il forno di Varese e chiede 472,71 euro più Iva, trasporto incluso. La terza gestisce diversi forni, tra i quali Domodossola e Trecate, e propone le stesse tariffe applicate ai comaschi quando funzionava il forno: 376 euro Iva inclusa con trasporto. Noi abbiamo protocollato tutte le proposte e ogni famiglia interessata potrà decidere quale delle tre scegliere”.
Nel frattempo, la commissione sta analizzando i progetti per rifare completamente l’impianto comasco: un intervento da oltre 2 milioni di euro, da realizzare in project financing, una forma di partenariato tra pubblico e privato.