Accordo fiscale per i frontalieri: niente modifiche finché i toni tra Svizzera e Italia non torneranno a essere distesi.
E’ la rassicurazione ricevuta oggi dai rappresentanti sindacali dei frontalieri da Palazzo Chigi. A difendere gli interessi dei comaschi che lavorano in Svizzera, oggi a Roma, il comasco Alessandro Tarpini, presidente del Consiglio Sindacale Interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte e già segretario generale della Cgil di Como. Con lui, anche i rappresentanti del Consiglio Grigioni-Lombardia, ricevuti a Palazzo Chigi dal professor Leonardi e dalla professoressa Genovesi, consiglieri economici, legislativi e politici del Governo Italiano. “La riunione – si legge in una nota stampa – ha avuto come tema l’accordo fiscale dei lavoratori frontalieri e la situazione economico e politica nelle aree interessate dal fenomeno. I rappresentanti sindacali, come anticipato, hanno ricevuto rassicurazioni che, a oggi, la firma del nuovo accordo non è all’ordine del giorno e non lo sarà fino a quando non cadranno le iniziative politiche volte a creare tensioni contro i lavoratori frontalieri”.
Settimana scorsa l’Udc, partito ticinese ultraconservatore, ha lanciato una raccolta firme contro la libera circolazione delle persone. “Mi è sembrato di cogliere una forte preoccupazione rispetto a questa iniziativa – spiega Tarpini, di ritorno da Roma – di fatto si tratta di mettere in discussione gli accordi bilaterali” Il Governo si è infine impegnato a promuovere approfondimenti su altre materie inerenti ai frontalieri: diritti, dumping, protezioni sociali e coinvolgimento nei rapporti con le amministrazioni delle aree coinvolte.