“Servono regole più chiare”: è l’opinione di Roberto Bernasconi, direttore della Caritas di Como, che interviene in merito a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso della Procura generale di Milano contro le sentenze emesse dal giudice di pace di Como sulla vicenda migranti irregolari. Il giudice aveva prosciolto alcuni migranti, di diversa nazionalità, trovati privi di permesso di soggiorno nella zona di Ponte Chiasso. Era stato invocato il proscioglimento dal reato di immigrazione clandestina per “tenuità del fatto”, in quanto vi sarebbe stata l’occasionalità della condotta. La tesi della difesa dei migranti ricorrenti era stata accolta dal giudice di pace. Si dava infatti per buono che i migranti, incensurati, fossero tutti in transito in Italia verso altri Paesi, ad iniziare dalla Svizzera. “Non è un atteggiamento occasionale, – sottolinea Bernasconi – ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Ogni persona ha la sua storia, che va inserita in un contesto mondiale, va al di là dei desideri personali. La giustizia non deve essere legata alla sensibilità di un singolo giudice, queste sentenze individuali non sono positive. Bisogna avere delle regole, è necessaria chiarezza. Quando riusciremo ad avere un governo, sarà opportuno che si legiferi in modo più serio per regolamentare questo fenomeno, partendo dalla realtà oggettiva della società di oggi. La vita è occasionale – conclude il direttore della Caritas – Tutti noi possiamo essere migranti, anche irregolari, perché le leggi hanno detto che non possiamo essere regolari. E queste leggi ormai obsolete vanno riviste”.
Sig. Bernasconi le sentenze dura l’ex se l’ex anche perché c’è una legge in vigore e si deve rispettare.