Non è solo motociclismo. Non è, nemmeno, un classico duello sportivo. La gara di domani è molto di più. Sul circuito di Valencia andrà in scena l’atto finale di un campionato del mondo così emozionante e incasinato che nemmeno uno sceneggiatore di Hollywood avrebbe potuto fare di meglio.
C’è tutto. Pathos, duello, tensione, rimonte, rivalità, polemiche. C’è il vecchio leone italiano, Valentino Rossi, che a 36 anni di età – pochi, nella vita vera, tantissimi, in quel mondo di matti con casco e tuta di pelle – tenta l’assalto a quella che potrebbe essere la sua ultima occasione mondiale.
C’è il rivale di sempre, Jorge Lorenzo, stessa moto, pochi punti in meno. Magari non un mostro di simpatia, ma un mostro quando si tratta di ruotare la manopola del gas. E tra i due litiganti, s’è infilato l’enfant prodige della MotoGp, Marc Marquez, che all’ultima gara – e non solo – ha fatto a carenate con Rossi. Lui, fuori dalla lotta per il mondiale, è accusato dai sostenitori di Rossi di aver ostacolato il pilota di Tavullia. Un duello Italia-Spagna atteso quasi come la finale di un mondiale di calcio.
Rossi, arretrato per il contatto con Marquez all’ultima gara, partirà dal fondo. Potrà recuperare?
<Dura, ma non impossibile>, dice Claudio Corti, comasco, professione pilota. Uno dei pochi ad aver corso nell’elite della MotoGp, insieme con Rossi. <Mi aspetto una gara più regolare di quel che si possa immaginare – dice Corti – gli spagnoli (Lorenzo e Marquez, ndr) dovranno fare una corsa normale perché, dopo quel che è successo due settimane fa, hanno gli occhi di mezzo mondo puntati addosso>. Nello scontro Rossi-Marquez, però, Corti attribuisce parte delle responsabilità al “dottore”. <La guerra non si fa da soli. Bisogna essere almeno in due. Marquez l’ha esasperato, Rossi ha reagito>.
Quindi, su chi puntare domani, tra Valentino e Lorenzo? <Se volessi vincere facile punterei su Lorenzo. Ma le gare sono imprevedibili>.