Il numero di tamponi processati scende, come abitualmente accade il lunedì e si ferma oggi a 21.324, con 3.570 nuovi positivi accertati in Lombardia. Il rapporto tra test e casi accertati è 16,7. In provincia di Como, dopo il picco di ieri, con quasi 400 nuovi contagi accertati, i casi nelle ultime 24 ore sono 141. Negli ultimi sette giorni in Lombardia sono quasi 30mila le persone che hanno effettuato un tampone risultato positivo al Covid. Nelle ultime 24 ore altre 17 persone hanno perso la vita, mentre sono 1.211 i guariti e dimessi.
Fondamentale il monitoraggio della situazione degli ospedali. I nuovi ricoveri nelle ultime 24 ore sono stati 133 e al momento sono 2.459 i degenti nei reparti non intensivi. I casi più gravi, ricoverati in rianimazione sono 242, con un aumento di 11 unità. L’età media dei pazienti negli ospedali è di 67 anni e sono 83 i malati di età compresa tra 16 e 60 anni. In regione non risultano al momento degenti che abbiano meno di 16 anni.
L’ultimo aggiornamento per la provincia di Como indica 141 nuovi positivi. La fascia di età più colpita è quella tra i 25 e i 49 anni, con 57 positivi, seguita da quella dai 50 ai 64, con 33 casi. Sono 26 gli over 75 risultati positivi e 7 le persone tra i 56 e i 74 anni. Meno colpiti i bambini e i ragazzi, sono 4 i positivi tra gli under 18 e 14 nella fascia 18-24 anni.
La situazione più critica resta quella della provincia di Milano, con 2023 nuovi casi dei quali 960 nel capoluogo lombardo, seguita dai 439 nuovi positivi di Monza Brianza. A Brescia sono 177 i nuovi casi, 113 a Bergamo, 109 a Pavia, 114 a Lecco e 105 a Varese. Sotto quota 100 casi Sondrio, con 35, Lodi con 58 e Mantova con 22.
“Il contagio sale in modo esponenziale – ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera – I numeri saliranno per le prossime due settimane e dobbiamo mettere in campo misure forti oppure i sistemi sanitari non reggono più. Facciamo 30mila tamponi al giorno, però evidentemente non è sufficiente, perché il numero degli asintomatici è particolarmente ampio, se ne individua una parte e non c’è sistema sanitario al mondo che è in grado da solo di reggere”.