Comaschi in aula in tribunale a Biella per contestare la richiesta di archiviazione della Procura per molti tra i familiari delle vittime coinvolte nell’inchiesta sul forno crematorio piemontese. L’indagine era sfociata nel 2018 nell’arresto dei gestori dell’impianto, accusati di gravi irregolarità nella gestione delle cremazioni. Si ipotizzava addirittura che le ceneri dei defunti fossero state confuse, mischiate o persino gettate tra i rifiuti. Decine i comaschi coinvolti perché il forno di Biella era uno dei riferimenti data la chiusura dell’impianto di Como. I familiari delle vittime che rischiano di essere esclusi dal processo sono adnati in per discutere l’opposizione all’archiviazione.
Numerosi sono assistiti dal legale del Codacons, altri da un proprio avvocato. “Abbiamo affrontato il tema della riunione dei fascicoli rimasti e divisi da quello principale – ha commentato il legale di una donna di Albate, l’avvocato Jacopo Maioli – Ma secondo noi mancherebbero anche atti di indagine rimasti nel fascicolo principale”. La questione è stata per ora rinviata a gennaio.