Domenica in trasferta per la Pallacanestro Cantù attesa alle 19.00 alla BLM Group Arena dal Trento, per l’undicesima giornata di campionato.
Terzo match in appena una settimana per i biancoblu, chiamata a un extra-sforzo dopo le sfide contro Brindisi e Cremona.
Quella con Trento – guidato in panchina dal canturino Nicola Brienza – sarà per la formazione lombarda anche la terza trasferta consecutiva; la formazione canturina terminerà il suo tour de force affrontando in casa Trieste e Brescia, rispettivamente in programma a Desio mercoledì 16 e domenica 20 dicembre, prima di chiudere il 2020 con la tappa in quel di Reggio Emilia, il 27 dicembre.
Per quanto riguarda i trentini, hanno iniziato male la stagione salvo riprendersi rapidamente: dopo tre sconfitte consecutive nei primi tre turni del campionato, l’Aquila è tornata a volare racimolando vittorie su vittorie, forte della sicurezza acquisita in EuroCup, in cui sono arrivati numerosi successi, infilando così tre vittorie nelle ultime quattro giornate di campionato, l’ultima contro il Venezia, squadra detentrice dello scudetto.
Per la partita in terra trentina, Cantù dovrà certamente rinunciare a Jaime Smith, infortunatosi nel corso della trasferta pugliese.
“In questa stagione abbiamo dimostrato di essere migliori della brutta partita giocata a Cremona –commenta coach Cesare Pancotto in vista del match-. Siamo una squadra che deve lottare su ogni pallone per raggiungere l’obiettivo, ossia la salvezza. In un cammino ci possono essere inciampi vari, assenze e tutto il resto ma ogni difficoltà, essendo il basket uno sport di squadra, va superata tutti insieme. Siamo un gruppo molto solido, dovremo quindi perseguire su questa via. A Trento dobbiamo andarci con la voglia di dimostrare che i valori di questa squadra sono buoni, come si è già visto nel corso di questa stagione. L’Aquila è un’ottima formazione, che ambisce a fare bene sia in campionato sia in coppa, costruita bene e ben allenata da un allenatore, Nicola Brienza, che a Cantù conoscono sicuramente meglio di me» ha concluso Pancotto.