Esame con “l’aiutino”, in tribunale a Como gli autisti di camion coinvolti in uno dei filoni dell’inchiesta della polizia stradale, coordinata dal pubblico ministero Massimo Astori, che ruota attorno al funzionario della motorizzazione civile Angelo Pisoni, accusato di aver stretto accordi con alcune autoscuole per favorire i loro candidati e permettere loro di superare le prove.
Per gli autisti di camion il meccanismo era sempre lo stesso. Il candidato che si presentava in motorizzazione per ottenere l’abilitazione al trasporto di merci pericolose Adr avrebbe dovuto rispondere a 25 domande a risposta multipla e ottenere un punteggio minimo di 19 per superare la prova. Per l’accusa, se il candidato non era in grado di ottenere autonomamente il risultato interveniva Pisoni che correggeva di suo pugno le risposte sbagliate oppure completava quelle in bianco.
Gli accordi
Gli accordi tra le autoscuole e il funzionario, prevedevano 50 euro a candidato, indipendentemente dalla necessità o meno dell’aiutino. I fatti contestati risalgono al 2016 e oggi in tribunale si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Massimo Mercaldo. Pisoni aveva già definito la propria posizione e anche le autoscuole coinvolte.
Le pene
Per quanto riguarda gli autisti, trenta avevano scelto di patteggiare prima di arrivare davanti al giudice, mentre oggi in aula si sono presentati altri 27 conducenti. Di questi, 11 hanno patteggiato pene tra gli 8 e i 10 mesi, mentre due hanno optato per il rito abbreviato e sono stati condannati rispettivamente a 10 mesi e 1 anno e 4 mesi. Gli altri 14 autisti in udienza sono stati rinviati a giudizio.
L’accusa, per tutti, è di falso per aver indotto in errore i funzionari dell’ufficio patenti ottenendo il rilascio di certificazioni ideologicamente false, ovvero patenti ottenute senza avere i requisiti per superare la prova per l’abilitazione.