Due giorni di esercitazione con sedici ore in grotta: durante il weekend, il 19 e il 20 giugno, 32 soccorritori della IX Delegazione del Corpo nazionale soccorso alpino speleologico Lombardo, provenienti da tutta la regione, hanno partecipato a un importante momento addestrativo nell’Abisso di Monte Bul.
Il graduale rientro dell’emergenza sanitaria ha consentito di organizzare la prima esercitazione distribuita su più giorni, adottando tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza dei partecipanti.
La simulazione ha riguardato il recupero di un ferito in grotta, con l’obiettivo principale di concentrarsi sull’avvicendamento delle diverse squadre.
“Il cambio delle unità di soccorso durante le operazioni di questo tipo è una necessità primaria, – spiegano gli organizzatori – perché l’intervento spesso può durare più giorni e i tecnici devono restare all’interno per diverse ore. La sostituzione periodica assicura l’efficienza delle squadre impegnate ma per fare questo servono molte persone: in fase d’intervento, capita quindi spesso di avere il sostegno dei tecnici di soccorso speleologico che appartengono ad altre regioni italiane. Durante l’esercitazione si è operato con unità più contenute ma con un numero di squadre identico a quello richiesto in un intervento reale”.
L’allestimento esterno era strutturato su un campo base e su un campo avanzato: la base era alla Colma di Sormano, mentre il campo avanzato era situato alla Bocchetta di Caglio, a circa un quarto d’ora dall’ingresso della grotta. Nelle prossime settimane è in programma un altro evento di formazione, organizzato dalla Scuola regionale di soccorso speleologico, rivolto soprattutto ai nuovi tecnici.
