Lo stralcio delle cartelle sotto i mille euro per il Comune di Como pesa e non poco. L’articolo 4 del decreto 119 del 2018 cancella con un colpo di spugna le entrate. Ma non le spese sostenute per gli accertamenti. La legge prevede, infatti, che i debiti affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2010, di importo uguale o inferiore a 1000 euro siano automaticamente annullati.
Per l’amministrazione comasca alle mancate entrate va aggiunto, come detto, il rimborso delle spese di notifica della cartella di pagamento relative alle quote annullate alla società Creset incaricata della riscossione coattiva.
A fronte quindi di somme dovute e cancellate Palazzo Cernezzi si troverà ora a spendere più di 8mila e 200 euro per rimborsare la società di riscossione (e riferite alle entrate di competenza dell’Ufficio Tributi del Comune).
Nell’elenco dei crediti poi annullati rientrano l’imposta sulla pubblicità, la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti), l’Ici, il Canone Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche. L’annullamento automatico dei debiti relativi ai carichi affidati agli agenti della riscossione riguarda il periodo dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010.
Quest’anno in consiglio comunale l’assemblea cittadina compatta (28 favorevoli, nessun contrario e tre astenuti) ha rifiutato la possibilità di rottamare le cartelle – limitatamente a sanzioni e interessi – sotto i mille euro. Ne parlavamo qui.