Omicidio in caserma ad Asso, il ministero della Difesa entra nel processo, chiamato in causa dalle parti civili. La costituzione formale nell’udienza di oggi al Tribunale militare di Verona, dove si sta svolgendo il processo per il delitto del 27 ottobre dello scorso anno. Il brigadiere Antonio Milia ha ucciso il comandante Doriano Furceri, 58 anni. Il militare si è poi barricato in caserma e l’assedio è terminato solo all’alba del giorno successivo con un blitz dei carabinieri del Gis. Uno dei partecipanti all’assalto è rimasto ferito.
Le parti civili, la moglie, i figli e altri familiari di Furceri hanno chiesto di indicare come responsabile civile il ministero della Difesa. Il ministero è di fatto il datore di lavoro della vittima, dell’omicida e del carabiniere del Gis ferito, ma anche degli ufficiali medici che hanno dato l’idoneità per tornare in servizio a Milia. Il carabiniere era in cura per problemi psichici. Era tornato in servizio da pochi giorni quando è avvenuto l’omicidio. Il ministero della Difesa, rappresentato da un avvocato dello Stato, è dunque comparso oggi per la prima volta in aula.
Il perito che deve fare una valutazione aggiornata delle condizioni mentali di Milia ha chiesto una proroga di 15 giorni per terminare le valutazioni. La difesa ha presentato una memoria in cui di fatto chiede di modificare il capo d’imputazione. “L’ipotesi attuale di omicidio pluriaggravato non permette riti alternativi – spiega il difensore di Milia, Roberto Melchiorre – Riteniamo che non avrebbe senso un dibattimento e che sarebbe più opportuno un processo con rito abbreviato. Non si tratta di avere uno sconto della pena, ma di affrontare correttamente una vicenda che riguarda una persona malata. L’abbreviato è anche nell’ottica di ridurre i tempi per definire la situazione”.
L’udienza è stata aggiornata al 14 novembre per la presentazione della nuova perizia e per una valutazione delle richieste della difesa.