“La tassa sanitaria per i vecchi frontalieri deve essere sospesa”. I consiglieri regionali del Pd Angelo Orsenigo e Samuele Astuti chiedono uno stop del nuovo balzello introdotto dalla Legge di Bilancio. La richiesta è stata ribadita dopo la riunione di ieri della Commissione speciale Rapporti tra Lombardia e Svizzera, presieduta da Giacomo Zamperini, durante la quale sono state convocate le organizzazioni sindacali dei frontalieri.
“La Regione si fermi e riconosca le incredibili anomalie e contraddizioni della nuova norma – attaccano Orsenigo e Astuti – Come ha fatto il Piemonte, anche Palazzo Lombardia abbia il coraggio di respingere una norma iniqua, calata dall’alto”.
“In commissione, i sindacati hanno presentato i loro dubbi sull’applicazione di una norma che, in primis, collide con il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei vecchi frontalieri – dicono ancora i consiglieri dem – Non dimentichiamo poi che una porzione non indifferente dei vecchi frontalieri soggetti a tassazione sanitaria andrà in pensione nel corso di qualche anno. Se lo scopo della nuova tassa è di raccogliere risorse per finanziare incentivi salariali per il personale di confine, di fatto rischiamo che tra non molto vengano meno le coperture”.
Orsenigo e Astuti chiedono alla Regione di cambiare rotta. “Ci troviamo davanti a una misura zoppa, non strutturale, e di cortissimo respiro che non terrà i lavoratori nelle strutture sanitarie lombarde nel lungo periodo – concludono – I dubbi sono tanti e Regione Lombardia non sta facendo nulla per far sentire la propria voce a Roma in difesa dei lavoratori. Il percorso di audizione delle parti coinvolte deve continuare. L’impatto sulle comunità lombarde di frontiera è troppo importante per non chiarire tutti questi dubbi. Dobbiamo proseguire il dialogo con gli amministratori, con i comuni di frontiera, con i vertici sanitari che sono interessati in prima persona dalle ricadute del frontalierato sanitario e dagli effetti della tassa sanitaria”.
Sul tema è intervenuto anche Raffaele Erba, coordinatore provinciale di Como del M5S, che ha contestato la gestione della riunione. “Gli interventi sono stati continuamente interrotti e stigmatizzati gratuitamente, senza un reale ascolto – ha detto – Un approccio irrispettoso per chi portavano all’attenzione una criticità che coinvolge oltre 60.000 lavoratori frontalieri che risiedono in Lombardia”.