Influenza, sindromi da raffreddamento, virus respiratori e intestinali. Anche moltissimi comaschi sono a letto in questo inizio di marzo. Con febbre alta che dura più giorni, associata a dolori muscolari e alle articolazioni, mal di testa e inappetenza, si tratta di influenza. Nelle altre malattie simil influenzali la temperatura si abbassa più velocemente. Condizioni alle quali spesso si stanno associando dolori gastrointestinali e congiuntivite. In molti casi si deve mettere in conto una convalescenza che va oltre la settimana.
Inizio, picco e coda dell’influenza
L’apice dell’influenza solitamente si registra a gennaio. Quest’anno però i tempi si sono allungati, i contagi sono iniziati prima – il picco di casi si è avuto già a dicembre – e non sono ancora finiti. Ad ammalarsi di più sono i bambini che poi contagiano genitori e nonni. Secondo gli esperti molto è da ricondurre agli ultimi anni di pandemia accompagnati dall’uso delle mascherine e dall’isolamento. Protezioni che hanno fatto in qualche modo “addormentare” la memoria immunitaria e dunque il ritorno dei malanni stagionali è come se avesse colto di sorpresa le nostre difese.
Tanti i pazienti a letto in questo inizio di marzo, questo strascico non era atteso. La conferma arriva dai medici di base del territorio. “Bronchiti, broncopolmoniti, virus respiratori e intestinali. Era da 20 anni che non vedevo una tale incidenza di malattie di questo tipo in questa stagione – spiega Antonio Iofrida, medico del Canturino – Nell’ultimo periodo su circa 2mila pazienti che seguo, sto vedendo almeno 25 casi a settimana di influenza. Tra dicembre e gennaio erano di più, tra i 30 e i 40”. Molti i pazienti che si trascinano il malessere a lungo. “C’è chi prima di riprendersi del tutto ha impiegato anche 20 giorni” aggiunge il dottore “e per fortuna la maggior parte dei miei assistiti anziani e fragili hanno aderito con convinzione alla campagna vaccinale”. Il consiglio è di consultare sempre il proprio medico che, se necessario, prescriverà l’antibiotico, e poi riposare, stare al caldo e idratarsi soprattutto. Non affrettare la guarigione e il ritorno alle normali attività, anche perché il corpo resta debilitato dopo un periodo di febbre lungo soprattutto poi se associata ad altri virus.