Un incidente o un malore in montagna. Sono le due principali ipotesi sulle quali stanno lavorando la procura di Sondrio e i carabinieri, a riguardo della scomparsa di Mattia Mingarelli.
Del 30enne di Albavilla si sono perse le tracce da venerdì scorso sulle montagne della Valmalenco.
“Da quanto abbiamo accertato – ha spiegato il procuratore capo di Sondrio, Claudio Gittardi, affiancato dal colonnello Emanuele De Ciuceis, comandante provinciale dei carabinieri di Sondrio – il giovane sarebbe arrivato in zona da solo, in compagnia soltanto del suo cane. In località Barchi, avrebbe lasciato i bagagli nella sua baita per poi raggiungere un rifugio alpino della zona per pranzare. Si è poi congedato dicendo che sarebbe tornato per cena ma non è più tornato”. Dopo aver pranzato, sempre secondo le ricostruzioni degli investigatori, il trentenne, agente di commercio in una ditta di Dubino (sondrio) sarebbe andato a fare una passeggiata con il cane.
L’ultimo segnale è una foto del cane, pubblicata alle 16. Poi il silenzio. Il cane viene trovato il giorno successivo tra la baita e il ristoro, il cellulare viene recuperato il giorno successivo nella neve. ” Non sono emersi al momento elementi che possano spingerci verso una ipotesi delittuosa. Ma non sono da escludere altre piste e le ricerche proseguono senza sosta. L’ipotesi su cui stiamo lavorando – ha aggiunto il procuratore – è quella di un incidente o un malore in montagna. Stiamo perlustrando una ampia zona montuosa anche con i cani molecolari. Meno probabile l’ipotesi di un allontanamento volontario o di un gesto disperato”.