Quarantaquattro pecore uccise barbaramente. E l’Ente Nazionale Protezione Animali si costituisce parte civile.
Un intero gregge è stato sterminato per motivi che, il processo penale in corso in Tribunale a Como, dovrà determinare. Così come è da determinare la colpevolezza o l’innocenza dell’uomo accusato di questa strage di animali: un 70enne nato in Sardegna ma residente a Faloppio, che deve rispondere di due reati, uccisione di animali altrui e maltrattamento di animali. E’ difeso dall’avvocato Giuseppe Sassi.
L’episodio risale al maggio del 2011 e si è verificato a Faloppio. In base all’accusa, il pastore si sarebbe introdotto nell’ovile del rivale – ancora da chiarire le cause della rivalità – e avrebbe a più ripreso infierito sulle pecore, fino a ucciderne, in totale, quarantaquattro, sgozzandole o colpendole al capo con un oggetto contundente. Un gregge intero sterminato.
Nell’udienza di oggi un passaggio fondamentale: l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, si è costituito parte civile per tramite dell’avvocato Massimo Di Marco.
“L’Enpa – spiega il legale – ha sempre svolto e continua a svolgere concretamente una costante opera di tutela dei diritti degli animali avendo per scopo principale la protezione degli animali e l’affermazione dei loro diritti così come previsto dall’articolo 1 dello statuto costitutivo”. L’udienza è stata rinviata al 19 aprile, quando verranno sentiti i testi del pubblico ministero.
E poi le bestie sarebbero gli animali…
Non vorrei fare della facile e scontata retorica, ma sono convinto che chi è in grado di compiere simili abomini sugli animali possa fare altrettanto sugli esseri umani.
Gente simile, che evidentememente non ha ancora assimilato (e forse mai assimilerà)) il concetto di civiltà, andrebbe allontanata definitivamente dal consesso umano.