Novembre 2008. Sono trascorsi dodici anni, ma sembra passata un’era geologica. Il sindaco di Como era Stefano Bruni, l’Italia era campione del mondo in carica, i lavori sul lungolago per le paratie erano appena cominciati.
In una fredda sera autunnale, il consiglio comunale approvò la fusione tra Acsm e Agam, multiutility di Como e di Monza. È necessario aggregarsi e fare massa critica, dicevano i sostenitori dell’operazione, per evitare di essere fagocitati dai grandi gruppi. E così, negli anni, Acsm è confluita in una grande multiutility del nord.
Il mercato dell’energia cambia in fretta e oggi orientarsi nella giungla di offerte e tariffe non è facile. Utilizzando però il Portale Offerte di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, si scopre che le tariffe dell’ex multiutility Acsm – una volta un “gioiellino” tutto comasco, oggi parte di sistema industriale molto più complesso ed esteso – non sempre sono le più convenienti. Anzi, in realtà mai.
Iniziamo dalla luce, ipotizzando una famiglia comasca con un consumo di 3mila kilowattora annui. Con il mercato di maggior tutela, si spendono 551,61 euro.
Nel mercato libero, l’offerta più bassa è di Invent, con 469,40 euro annui. La tariffa proposta da Acel – la sigla con cui Enerxenia, della costellazione Acsm-Agam, vende a Como – è di 629,58 euro, decisamente maggiore sia rispetto al concorrente, sia alla maggior tutela.
Anche nel mercato del gas, la situazione è identica. Famiglia con consumo medio di 1500 metri cubi standard: tariffa di tutela, 1.026,27 euro all’anno.
Primo concorrente sul mercato libero: Enne Energia, 881,06 euro annui.
Acel Energie: 1.119,46 euro annui.