Tunisino, 53 anni, in Italia dal 1993, irregolare dal 2014 e destinatario di un provvedimento di espulsione che non era il primo e doveva essere eseguito nell’aprile scorso. Mahmoudi Ridha è l’uomo che ieri mattina, poco prima delle 8 si è presentato alla caserma dei carabinieri di Como e ha confessato di aver accoltellato don Roberto Malgesini, sacerdote di 51 anni che da tempo lo aiutava. E’ stato arrestato ed è accusato di omicidio volontario.
La ricostruzione dei drammatici minuti dell’aggressione mortale è ancora al vaglio degli investigatori, coordinati dal magistrato Massimo Astori. Da chiarire in primo luogo il movente del delitto, che potrebbe essere legato proprio al decreto di espulsione. Mahmoudi contestava il provvedimento, non voleva lasciare l’Italia e sembra che si aspettasse che don Roberto e più in generale dai volontari e dalla parrocchia un intervento per evitare che la misura fosse attuata. Questa pretesa potrebbe aver fatto scattare la violenza, ma si tratta al momento solo di una delle ipotesi al vaglio degli investigatori.
Il tunisino, numerosi alias e diverse accuse alle spalle, era arrivato in Italia nel 1993 e alcuni anni dopo si era sposato con un’italiana dalla quale poi si è separato. Un’accusa di maltrattamenti proprio nei confronti della moglie sarebbe stato il primo reato contestato all’immigrato, regolare fino al 2014. Nel 2015 il primo decreto di espulsione, che l’uomo aveva contestato, vincendo il ricorso. Poi un nuovo provvedimento analogo, che doveva essere eseguito nell’aprile scorso ma è stato sospeso, ufficialmente a causa dell’emergenza sanitaria.