Lei voleva continuare a vestirsi all’occidentale, con jeans, magliette e quant’altro. Comportarsi e agghindarsi, insomma, come tutte le altre amiche del paese dove viveva, nella Bassa comasca. Il padre invece voleva l’esatto opposto. Ovvero che la figlia minorenne crescesse seguendo i più rigidi dettami dell’Islam, nel modo di vivere, vestirsi e comportarsi. Una frizione via via cresciuta ed esplosa all’improvviso in una mattina in cui la giovane, 14 anni appena, è stata fermata per un controllo da un poliziotto. Quando l’agente ha annunciato alla ragazzina che l’avrebbe riportata a casa, quest’ultima è scoppiata a piangere, raccontando quanto avveniva: le pressioni del padre e della famiglia, ma anche le imposizioni a cui proprio non voleva sottostare. La storia è sfociata prima in una segnalazione in procura, poi in un fascicolo a carico del padre 50enne della ragazzina accusato di «abuso dei mezzi di correzione e di disciplina» in «danno di una persona sottoposta alla sua autorità». La vicenda è approdata infine in un’aula di tribunale a Como e la prossima settimana è attesa la sentenza a carico del genitore. La figlia – che al momento di andare in aula a testimoniare contro il padre ha accusato un malore ed è stata soccorsa dal 118 – è stata nel frattempo tolta dal nucleo famigliare e affidata ad una struttura protetta della provincia.