Un feudo della Democrazia Cristiana con un leggero rischio – leggero – di spostamento a sinistra. Un centro di produzione tessile ricco, tranquillo, con una forte immigrazione dal sud.
Un ritratto di Como particolare, che viene consegnato alla storia da un carteggio tra diplomazie americane degli anni Settanta pescati dagli archivi di Wikileaks. Documenti scritti in inglese, all’epoca confidenziali – epoca della Guerra Fredda: gli Stati Uniti controllavano in modo maniacale le evoluzioni sociali, politiche ed economiche dell’Europa. Al punto che pure la placida provincia di Como, negli anni Settanta, si meritava un rapporto di pagine e pagine inviato dal consolato americano di Milano all’ambasciata di Roma.
La situazione politica è l’ossessione del diplomatico americano che scrive queste pagine. Ma nel primo rapporto, datato 12 aprile 1976, si parla anche di lavoro: “le relazioni a Como nel mondo del lavoro sono buone – scrivono gli americani – la maggior parte delle imprese è di piccole dimensioni, a gestione familiare. Le associazioni d’industria hanno buoni rapporti con i sindacati. Cgil inclusa”.
Un altro capitolo è dedicato all’immigrazione, ma sempre in chiave politica. “Immigrati dal sud, perlopiù calabresi, lavorano in provincia di Como – scrive il diplomatico americano nel ’76, aggiungendo giudizi che sconfinano nel razzismo – e questa è una fonte di instabilità sociale. Poiché sono considerati stranieri e per la loro bassa condizione socioeconomica, sono piuttosto isolati. Hanno trovato una ricchezza mai vista in Calabria, le loro crescenti aspettative sono state deluse dalla mancanza di istruzione. Tutto questo – ed ecco la chiave politica – li ha resi avidi consumatori della propaganda del Partito Comunista”.
Altro capitolo: ordine pubblico. Anno 1978. Il sindaco di Como, rilevano i funzionari americani, “è preoccupato per l’aumento della delinquenza. L’abuso di droga in città può essere segnale di problemi futuri. E il prefetto ha segnalato dei rapimenti. Poiché i colpevoli potrebbero dileguarsi a Milano e la rete di informatori della polizia è distrutta, i rapitori potrebbero restare impuniti”. La Como degli Anni di Piombo vista con gli occhi degli americani.