Decadenza o dimissioni. Cantù attende di conoscere il destino dell’amministrazione comunale quando è passata ormai una settimana dalla pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha messo fine alla querelle tra il primo cittadino Edgardo Arosio e l’impresa di pompe funebri del fratello e della cognata. A vincere la battaglia è stata l’azienda e il sindaco dunque è a tutti gli effetti incompatibile con la carica. Deve dunque lasciare la poltrona di sindaco della Città del Mobile, che occupa da un anno.
Edgardo Arosio può rassegnare le dimissioni, oppure attendere che il consiglio dichiari la decadenza del primo cittadino. La decisione finale è attesa a ore, dopo un confronto con le forze politiche della maggioranza. Un faccia a faccia che dovrebbe avvenire in tempi brevissimi.
Per il Comune di Cantù si aprono poi due strade, quella del commissariamento, oppure quella di un incarico temporaneo al vice-sindaco fino a nuove elezioni, probabilmente a maggio del prossimo anno. In questa seconda ipotesi, non è detto che l’incarico vada all’attuale vice sindaco, Matteo Ferrari. La scelta politica potrebbe essere infatti quella di nominare un altro vice, scelto probabilmente tra gli esponenti della Lega Nord, ovvero il partito di Arosio.
La sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito definitivamente l’incompatibilità risale a lunedì scorso, 2 luglio. “Sono molto sereno – aveva commentato a caldo Edgardo Arosio – ho lavorato con il massimo impegno e le sentenze si rispettano. Mi prendo qualche giorno per riflettere, ma non ho intenzione di finire nel tritacarne mediatico per aver intrapreso altri percorsi giudiziari. L’amministrazione canturina stava lavorando molto bene, con un’ampia maggioranza e un’azione sul territorio apprezzata dai cittadini. Mi spiace quindi per l’esito della vicenda – conclude Arosio – ma, ripeto, non ho alcun rammarico e sono sereno”.