<Grazie con tutto il mio cuore. Dio benedica i vostri figli>. Fissando le quattro bare bianche dei suoi bambini, la mamma di Siff, Saphiria, Soraya e Sophia prende per un attimo la parola. Pochi istanti per ripetere il suo <grazie per la vostra presenza e per l’amore che mi avete dimostrato in questi giorni così tristi>.
Le sue lacrime si fondono con quelle dei compagni di scuola dei suoi figli. Delle maestre. Dei genitori. Ma anche dei vigili del fuoco, dei volontari, dei rappresentanti di forze dell’ordine e istituzioni. Dei tanti comaschi che probabilmente non hanno mai incrociato il sorriso di quei piccoli ma hanno comunque voluto essere presenti.
La chiesa del Crocifisso è strapiena. Tante persone aspettano anche sul piazzale. Il pastore della comunità evangelica invita tutti a pregare il Dio padre di tutti. <Siamo tristi, amareggiati, addolorati – dice – La morte è dolorosa. Ma dobbiamo pensare che questi quattro gioielli ora sono alla presenza di Dio>. Il pastore invita il coro a intonare un canto che piaceva ai quattro bimbi scomparsi. <la mamma mi ha detto che le ricorda i momenti felici a tavola con i figli>, dice prima di aggiungere <Si unirà a noi un coro di angeli>.
Le bare bianche che hanno accolto Siff, Saphiria, Soraya e Sophia sono sistemate una accanto all’altra davanti all’altare. Attorno ci sono decine di disegni colorati e messaggi scritti dai compagni di scuola dei piccoli e sistemati dalle maestre intorno a quei legni chiari. Non si distinguono le parole né le figure, solo i colori allegri e vivaci che sembrano stringere i bambini in un forte abbraccio.
Le maestre dell’istituto comprensivo di Como Borgovico leggono un brano del Piccolo Principe. <Scoprirò il prezzo della felicità>, dice la volpe al suo piccolo amico spiegandogli cosa sia un rito. <Cari Siff, Saphiria, Soraya e Sophia – dice un’insegnante – il nostro rito sarà dedicarvi ogni anno un appuntamento per mantenere sempre vivo il vostro ricordo>.