Le rose bianche del figlio Lorenzo posate sulla bara di legno chiaro, circondata dall’intero paese e da decine di amici e compagni di scalate arrivati per un ultimo abbraccio ad Andrea Grigioni, 45 anni, infermiere di Lurate Caccivio tra le sette vittime della tragica escursione dello scorso fine settimane sulle Alpi svizzere.
Non c’è spazio per tutti nella chiesa della frazione Castello, dove Andrea viveva con i genitori, molto conosciuti in paese. Una famiglia unita tra le altre cose proprio dalla passione per la montagna, che il 45enne condivideva in particolare con il figlio. Molte tra le persone arrivate per l’ultimo saluto all’infermiere restano sul piazzale ad aspettare l’uscita del feretro.
Per officiare il funerale è arrivato anche un sacerdote amico d’infanzia di Andrea. <Quando ho saputo della tragedia ho ripensato a quando giocavamo da bambini – ha ricordato – Tu sei sempre stato più bravo di me in tutto. A giocare a pallone, a correre. Arrivavi sempre primo. E ora sei arrivato primo anche in paradiso>.
All’uscita dalla chiesa, Lorenzo si china sulla bara del papà per un ultimo, affettuoso bacio. Poi il feretro di Andrea Grigioni lascia la piazza, accompagnato da un applauso e dalle lacrime di familiari e amici.
Dopo l’ultimo saluto ad Andrea Grigioni, Como piangerà anche un’altra delle vittime della tragica escursione sui monti svizzeri, la guida del trekking ad alta quota Mario Castiglioni, 52 anni, da tempo residente in Svizzera. Con lui è morta anche la moglie, Kalina Damyanova, 52enne bulgara.