E’ arrivato a 240 il conteggio dei casi di Coronavirus in Lombardia, la metà dei quali circa nella cosiddetta zona rossa del lodigiano. Sono 312 invece i casi in Italia, anche se entrambi i dati, come quello dei decessi, ufficialmente 7, è in costante aggiornamento. Al conteggio delle vittime potrebbero infatti aggiungersi altri tre decessi sospetti. Primo caso intanto anche nella vicina Svizzera.
Al momento, i tamponi effettuati in provincia di Como per casi sospetti sono risultati negativi. Ieri, all’ospedale Sant’Anna è purtroppo deceduto il 62enne del Lodigiano che era stato trasferito nel presidio di San Fermo.
Sul fronte dell’isolamento precauzionale, si registra intanto un altro caso a Binago. Uno studente dell’istituto agrario di Codogno, nella zona rossa e focolaio lombardo dell’epidemia, rientrato a casa da scuola venerdì scorso, con i suoi familiari ha avviato l’isolamento in casa. Lo stesso hanno fatto altri compagni comaschi che frequentano la scuola.
L’istituto agrario lodigiano, dopo l’allarme ha pubblicato un avviso esplicito. “Tutti gli studenti e il personale devono rimanere in isolamento domiciliare per due settimane salvo diverse indicazioni dei rispettivi Comuni di residenza”. Un’indicazione alla quale si stanno attendendo, oltre al ragazzo di Binago, due studenti di Anzano del Parco e Novedrate. “Si sta verificando con una certa frequenza questo collegamento tra l’istituto di Codogno e il nostro territorio perché la scuola del lodigiano un punto di riferimento in tale settore – Alberto Vincenzo Pagani, sindaco di Binago – È una specie di università del campo agrario e dunque molto richiesta e frequentata anche dagli studenti comaschi. A frequentarla sono 700 ragazzi e diversi provengono proprio dal nostro territorio”.
Al momento, in tutti i casi degli studenti lariani si tratta di isolamento preventivo. Nessuno ha manifestato sintomi sospetti. “Al ragazzo è stato fatto il tampone ed è negativo. Adesso rimarrà dunque sotto osservazione fino al prossimo 8 marzo – conclude il sindaco di Binago – ma non esiste alcun allarme. Sono le normali procedure”.
Il territorio comasco si sta organizzando in maniera unitaria. Ieri sera 20 sindaci dell’Olgiatese si sono riuniti per fare il punto della situazione evidenziando la necessità di uniformare, per quanto possibile, la gestione dell’emergenza.