I cittadini devono fare la propria parte per contenere la
diffusione del coronavirus e quindi il contagio. Viene ribadito a tutti i
livelli, dal governo centrale alle amministrazioni locali. Evitare
assembramenti, mantenere le dovute distanze. In particolare gli anziani e i
soggetti a rischio non escano, è bene che si facciano aiutare e il comune di
Como è pronto a mettersi a disposizione.
Oggi si sono riuniti in teleconferenza i sindaci lombardi, il governatore, gli
assessori, i presidenti regionali dell’Anci (associazione comuni italiani) e
dell’Upl (unione province lombarde). La richiesta arrivata e che viene girata
al governo nazionale è la necessità di avere regole certe e chiare da
trasferire ai cittadini vista la diffusione del contagio e la pressione
crescente sulle strutture ospedaliere. “I sindaci – ha detto Attilio Fontana –
hanno sostenuto la necessità di mettere in campo misure stringenti e rigorose
in base alle quali si possano chiedere sacrifici alla comunità”.
Le raccomandazioni che da giorni vengono ripetute, vista anche la quantità di gente oggi in centro città, non sembrano essere del tutto chiare. “Lo strumento più efficace di cui abbiamo disponibilità è il contenimento del possibile contagio – ha detto il sindaco di Como, Mario Landriscina – è opportuno che la cittadinanza eserciti con grande convinzione e attenzione le indicazioni diffuse con particolare riferimento alle categorie più fragili. Bisogna coniugare una vita ordinaria fatta di lavoro, spesa, di relazioni – aggiunge – ma senza trascurare mai le regole come la distanza tra le persone, evitare posti affollati. Gli anziani stiano a casa il più possibile”.
In Regione nel tardo pomeriggio è arrivato un documento del Coordinamento delle terapie intensive in Lombardia in cui viene chiaramente spiegato che le strutture sanitarie sono sottoposte a una pressione superiore ad ogni possibilità di adeguata risposta. “E’ ssolutamente necessario – si legge – adottare misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia”. La conclusione del documento è drammatica: “In assenza di tempestive ed adeguate disposizioni da parte delle Autorità saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.
“Fino ad oggi le province di Como, Varese, Monza Brianza e Sondrio hanno fatto registrare un numero contenuto di casi pertanto gli ospedali si sono resi disponibili ad accogliere pazienti di altri territori – ha chiarito ancora Landriscina – Non è detto che questa situazione possa continuare così e dobbiamo evitare di trovarci, più o meno improvvisamente, in grande apprensione per ciò che riguarda l’assistenza sanitaria, già messa a dura prova. Stiamo giocando una partita in cui l’atteggiamento del singolo – conclude – è strettamente collegato alla collettività, ognuno faccia la propria parte con responsabilità”.