«Rendere più accogliente l’attesa di persone già in ansia per le risposte sul riconoscimento dei propri di diritti. Significherebbe riconoscere dignità e qualificherebbe la civiltà delle istituzioni del nostro Paese e della città». Luigino Nessi, portavoce della Prossima Como e già consigliere comunale, torna a chiedere una soluzione per i tanti stranieri che «ogni giorno, e specie di mercoledì», sono costretti a stare in «fila davanti alla Questura, in viale Roosevelt, per avere informazioni, per presentare o per ottenere i loro documenti e il riconoscimento dei loro diritti. Tante persone vicine, quasi ammassate – dice Nessi – uomini, donne con bambini: una cosa grave, specie in questo tempo di obbligo di distanze a causa della pandemia».
«Tutto questo accade da anni, senza che si sia mai cercata una soluzione – aggiunge Nessi – In qualsiasi condizione climatica, sotto il sole così come sotto la pioggia, e magari anche con la neve, la situazione è sempre identica».
«Durante il primo mandato di Stefano Bruni – conclude Nessi – era stata votata in consiglio comunale una mozione, condivisa da maggioranza e opposizione. Nulla è stato fatto. Servirebbero un luogo più grande, procedure più snelle, Mi appello al prefetto, al questore, al sindaco».