La crisi economica e del lavoro per l’emergenza sanitaria non risparmia la Svizzera, ma il numero dei frontalieri impiegati oltreconfine è comunque in crescita. Il dato del Canton Ticino è salito a quota 70.155 nel quarto trimestre del 2020, con un incremento dello 0,3% rispetto al terzo trimestre del 2020 e dello 0,8% rispetto al quarto trimestre del 2019.
I numeri sono contenuti nel report «Panorama statistico del mercato del lavoro ticinese», realizzato dall’Ustat, l’ufficio di statistica svizzero. Il rapporto evidenzia come in Ticino ci siano più lavoratori stranieri che svizzeri. Un fenomeno che è cresciuto negli ultimi anni e che nel 2019, ultimo dato disponibile, ha registrato l’impennata maggiore. Nel 2017 e nel 2018 la differenza tra svizzeri e stranieri era minima, ed è poi cresciuta nel 2019, con 112mila occupati svizzeri rispetto ai 121.900 in arrivo da altri Paesi, Italia compresa.
A livello generale, a fine dicembre, il numero di frontalieri stranieri con il permesso di lavoro attivi in Svizzera era pari a circa 343.809, con una crescita dell’1,4% rispetto al quarto trimestre 2019.
Prevalgono gli uomini, 222.243 uomini, in crescita dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre le donne raggiungono quota 121.566, con un incremento dello 0,7%. La maggior parte dei frontalieri in svizzera è occupata nel settore del terziario con 230.595 posti di lavoro, a seguire si posiziona invece il settore secondario a quota 110 939.