Cantieri più o meno impattanti sulla viabilità e lavori decisamente più invasisi come quello sul viadotto dei Lavatoi, sono molti i comaschi che abitano nelle aree più “calde”. Nell’estate del 2017 il viadotto dei Lavatoi è stato chiuso al traffico pesante per problemi di sicurezza e nel marzo del 2021 si sono finalmente visti i primi mezzi con il materiale necessario per avviare il cantiere definitivo per il consolidamento dell’infrastruttura. A protestare per la situazione invivibile provocata dal costante del passaggio dei camion, e dunque dall’aumento della rumorosità e, soprattutto dal timore per i danni causati in alcuni casi anche alla pareti delle abitazioni a causa del transito di mezzi così pesanti, sono un folto gruppo di residenti di via Muggiò e delle strade adiacenti dove si riversano i tir che, in arrivo, ad esempio dalla Madruzza, non potendo imboccare il ponte scendono fino al semaforo per poi deviare o verso via Muggiò, appunto, o verso via Turati, altra strada dove i cittadini hanno più volte in passato segnalato analoghi problemi.
“I residenti della zona vogliono sapere è quando finiranno i lavori e soprattutto essere informati con maggior assiduità sull’andamento del cantiere, su eventuali modifiche, ritardi o altro”, spiega il consigliere comasco Alessandro Rapinese che sta seguendo la situazione e annuncia “un’interrogazione per avere dal sindaco e assessori ragguagli precisi sul cantiere”.
Secondo il cronoprogramma, dall’accensione della prima ruspa sono previsti 300 giorni di lavoro. L’importo complessivo dell’opera ammonta a 2 milioni e 300mila euro. Ovviamente al netto di problemi o altro.
“Sicuramente questi cittadini i problemi li hanno già e sono evidenti e ascoltabili rimanendo pochi minuti nelle loro case – aggiunge Rapinese – Oltre all’interrogazione in programma anche una mozione affinché da Palazzo Cernezzi ci sia l’impegno a informare costantemente queste persone su progressi e speriamo di no, eventuali ritardi del cantiere”, conclude Rapinese.