Le Lega perde un milione di voti, Fratelli d’Italia ne guadagna mezzo milione e Forza Italia ne perde un altro mezzo milione. Sono i numeri – specie quelli grandi e tondi – a dare misura immediata di quando emerso dalle urne delle elezioni regionali.
Un lombardo su quattro ha votato il partito di Giorgia Meloni, pari al 25%. Cinque anni fa Fratelli d’Italia era sotto il 4% e la Lega quasi al 30%, mentre oggi Salvini deve “accontentarsi” del 16.5%. Altri 500mila voti sono poi spariti dal bagaglio di Forza Italia.
Un’emorragia di voti che non riguarda solo il centrodestra, anche perché tutti i partiti hanno dovuto fare i conti con un drastico calo dell’affluenza.
Il Partito Democratico, ad esempio, ha perso quasi 400mila voti, in senso assoluto, ma rispetto al 2018 è cresciuto in termini percentuali, passando dal 19,2% al 21,8%. Ora è il secondo partito della regione.
Un crollo verticale quello del Movimento 5 Stelle: nel 2018, il partito di Grillo toccò l’apice alle politiche, e – nella stessa occasione – alle regionali lombarde si avvicinò a quota 1 milione di voti. Oggi i pentastellati hanno perso oltre 800mila voti.
Fratelli d’Italia ha vinto in nove province: Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Pavia e Varese. In due province – Como e Sondrio – ha vinto la Lega, mentre il Partito Democratico ha conservato il primato nel fortino di Milano.
Numeri che, ovviamente, andranno incidere nella composizione della giunta: Fratelli d’Italia vuole otto assessorati su sedici, compresa la sanità. Sei dovrebbero andare alla Lega e due a Forza Italia.
Equilibri che incideranno anche su quello che viene considerato il diciassettesimo assessorato, ossia la presidenza del consiglio regionale, posizione per la quale è in corsa anche il comasco della Lega e presidente uscente Alessandro Fermi.