“Il rischio è che tanti cantieri nei condomini siano lasciati a metà”: questa la probabile conseguenza delle novità e della mancata proroga del Superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie secondo il presidente della Cna Lario e Brianza Pasquale Diodato e il presidente di Ance Como Francesco Molteni.
Con il via libera della Camera alla Legge di Bilancio da 28 miliardi, approvata con 200 voti favorevoli, 112 contrari e tre astenuti, sono state annunciate anche le novità riguardanti il Superbonus. L’agevolazione nel 2024 scende al 70% e al 65% nel 2025, ultimo anno in cui si potrà ancora usufruirne.
Tra le novità più importanti, l’attenzione alle categorie sociali più deboli. Per i redditi più bassi, con Isee sotto i 15mila euro e che abbiano raggiunto entro il 31 dicembre di quest’anno il 60% dei lavori, il Fondo di povertà compenserà la differenza tra il 70% di agevolazione prevista da gennaio e il 110%. Questo, però, entro il 31 ottobre 2024. Inoltre, si potranno detrarre al 110% i lavori realizzati entro il 2023, anche senza il raggiungimento del salto delle due categorie energetiche. Quelli mancanti saranno soggetti al nuovo regime.
“Giusto sostenere le fasce più deboli, – commenta Diodato – anche se fin dall’inizio il Superbonus avrebbe dovuto riguardare soprattutto loro. Il problema ora sarà un altro – spiega il presidente della Cna Lario e Brianza – Gli amministratori dei condomini con lavori in corso dovranno riunire al più presto le assemblee e discutere su quello che andrà fatto per compensare la differenza del 40% tra l’agevolazione al 110% e quella al 70% in vigore da gennaio. Non è detto che tutti abbiano la disponibilità per pagare cifre che potrebbero essere importanti”.
“Noi auspicavamo una proroga di qualche mese per i condomini con una significativa quota di lavori già realizzati – aggiunge Molteni – Le novità introdotte presentano criticità. Sono pochi i redditi sotto i 15mila euro e tutti gli altri dovranno pagare la differenza. Dovremo vedere come le nuove disposizioni saranno applicate nelle delibere delle assemblee di condominio. Si tratta dell’ennesimo cambio in corsa di questa legge. – conclude Molteni – I condomini dovranno arrivare a completare i lavori e resta aperta la possibilità che nascano contenziosi con le imprese”.