Chiusura degli asili nido di Como, il sindaco Alessandro Rapinese non arretra di un centimetro e in un video postato sui suoi canali social non soltanto torna a rivendicare la decisione del Comune definendola una “rivoluzione copernicana” ma prosegue anche nel suo attacco al PD e a quelle che definisce “mamme del PD” o sue “finte elettrici”. Quelle mamme e quei papà che lo hanno atteso venerdì scorso nell’aula del consiglio comunale fino al termine della conferenza stampa in cui ha annunciato ai giornalisti, insieme con il vicesindaco e assessore alla partita, Nicoletta Roperto, le novità. Ossia lo stop dell’attività nelle strutture di via Passeri e di Monte Olimpino.
Il video-attacco sui social
“Il PD in passato ha chiuso un asilo e diminuito i posti, io ho chiuso (per lavori di totale ristrutturazione, ndr) il nido di Albate e con la riorganizzazione ho aumentato i posti. Stessa cosa sta avvenendo ora. Nuove chiusure e un’ulteriore crescita dei posti a disposizione” spiega Rapinese.
“Lo facciamo razionalizzando e aprendoci al terzo settore e al privato. Una rivoluzione vera. Siamo diventati una città moderna, facciamo mille anni di passi avanti”. Il sindaco prosegue elogiando il lavoro svolto dal Comune e da se stesso e denigrando gli avversari politici. Senza giri di parole parla della “magnificenza” della sua opera e ancora “non può essere certo quella chiavica di partito (si rivolge sempre al PD, ndr) lì a insegnare qualcosa a me o a fare l’opposizione a me”. Io che sono “lungimirante, pianificatore, esperto amministratore dopo 20 anni che faccio politica”. Poi definisce “finte elettrici” le mamme arrivate a Palazzo Cernezzi l’altro giorno bollando l’iniziativa come una strategia dei democratici. “La delibera era appena stata pubblicata – ribadisce il primo cittadino – non l’avevano neppure letta, più strumentalizzata di così questa roba. Era proprio la malafede che trionfava”.
Per arrivare infine al paragone calcistico “Siamo il Real Madrid della pubblica amministrazione”. La chiosa è ancora più incisiva e diretta alle altre forze politiche: “Sfidarmi sul tema del consenso… come è pericoloso”.
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