Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari di Como. Stamattina, in videoconferenza tra il Tribunale e il carcere Bassone, i tre arrestati per il presunto giro di usura sgominato dalla guardia di finanza in centro città, con vittime sparse in tutta la provincia, sono stati interrogati dal giudice.
Paolo Barrasso, 59 anni, residente a Como, sia Gabro Panfili, 74 anni, residente a Laglio e Giovanni Gregorio (82 anni, residente a Bellagio ma domiciliato a Como) sono rimasti in silenzio riservandosi di difendersi eventualmente nei prossimi giorni. Anche quest’ultimo, per cui in un primo momento era stata decisa la custodia cautelare ai domiciliari, è finito in carcere dopo che nel corso delle perquisizioni, nelle sue disponibilità, è stata trovata una pistola con la matricola abrasa e le relative munizioni. Gregorio infatti aveva evitato il carcere solo grazie all’età (82 anni) ma il ritrovamento in suo possesso della pistola ha fatto propendere per le esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Toccherà ora di nuovo al gip decidere su questa misura. I tre sono accusati di un importante giro di usura che risalirebbe a molti anni fa e che avrebbe coinvolto decide di persone tra imprenditori, professionisti e semplici cittadini.