A Como il mercato del mattone subisce una brusca battuta d’arresto e registra il dato peggiore tra i capoluoghi di regione. Il fermo delle attività causato dal coronavirus ha fatto sentire i suoi effetti sulle compravendite immobiliari anche nel secondo trimestre del 2020. Solo in città si parla di una contrazione del 41,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A dirlo è l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa in base ai dati dell’Agenzia delle Entrate.
A Como il numero di compravendite nel periodo aprile-giugno 2019 si attestava a 323, negli stessi mesi del 2020 è sceso a 190. La città – come detto – ha fatto registrare il calo più significativo rispetto agli altri capoluoghi lombardi.
Seguono Sondrio (-37,1%), Bergamo (-36,8%) e poi 35,7% in meno a Varese. A Milano si parla di una riduzione del 26,5%, a Lecco del 21,7. E’ Pavia a segnare la flessione minore con il 19,2%.
“Un peggioramento prevedibile – commentano gli esperti del Gruppo in una nota – visto che ad aprile si era in pieno lockdown, a maggio si è ripartiti in sordina e solo a giugno il mercato ha iniziato a riprendersi con più vigore”.
Rispetto alle vendite effettuate, più in generale, emerge che si tratta prevalentemente di prime case. Soltanto una minima parte ha acquistato immobili destinati alle vacanze e, infine, si sono ridotte sensibilmente le trattative di chi vuole investire.
“E’ un effetto diretto della pandemia – viene spiegato – che ha messo in stand by gli investitori e ha dato una spinta all’acquisto della casa principale”.