Il nuovo decreto per il contenimento del contagio stringe ancora una volta le maglie sul settore della ristorazione: locali chiusi entro mezzanotte e posti in piedi concessi fino alle 21.
“Sicuramente è un grosso problema, sembra quasi l’inizio di un nuovo lockdown”, commenta uno degli esercenti del centro di Como.
“Secondo me così è assurdo, non è così che si risolve la pandemia, non ha senso. Noi chiudiamo alle nove, però facendo così si penalizzano troppo i locali”, aggiunge un altro titolare delle attività del capoluogo.
“Ci atteniamo alle leggi, né più né meno, posti a sedere e finito di cenare a casa”, sottolinea un ristoratore e un collega aggiunge: “Se questo aiuta a risolvere il problema della pandemia ben venga, le regole le fanno e vanno rispettate”.
“Non serve assolutamente a nulla, una cosa raffazzonata, non ha nessun senso” ribadisce un altro esercente, mentre per un altro esercente: “L’importante è che come tutte le cose, chi le propone controlli, noi stessi per quello che possiamo dobbiamo controllare”.
E mentre gli esercenti si interrogano sulla reale utilità delle disposizioni, nell’ultimo periodo –in concomitanza con l’aumento di contagi- non manca chi ha notato un cambiamento di comportamento nella clientela.
“Già vediamo adesso che la gente ha difficoltà venire quello è sicuro”, “La gente è molto preoccupata per questa situazione, anche in maniera esagerata, un cambio di atteggiamento soprattutto negli ultimi 15 giorni”, spiegano due ristoratori; e crescono le preoccupazioni riguardo alla possibilità di un nuovo lockdown: “Se si dovesse chiudere di nuovo?”, “E’ un grosso problema, perché poi sarà difficile risollevarsi”, “Chiudiamo e a casa”, commentano senza pensarci due volte due esercenti.