Mentre si attende l’udienza fallimentare del prossimo 18 dicembre e il consiglio comunale si spacca sul futuro della casa da gioco, torna ancora una volta sotto i riflettori il dramma sociale ed economico che da tempo sta vivendo la comunità di Campione d’Italia.
Sono 486 i dipendenti del Casinò licenziati, 86 i lavoratori comunali dichiarati in esubero, dieci le operatrici della scuola materna licenziate, quattro gli addetti alle pulizie su appalto comunale rimasti senza lavoro. I dati vengono ricordati in un comunicato congiunto dei sindacati Cgil Como, Cisl dei Laghi e Uil del Lario. In totale sono quasi 600 le persone rimaste senza occupazione dopo la chiusura della casa da gioco, che risale al 27 luglio 2018.
“Per molti di questi lavoratori sono terminate in questi giorni le coperture di sostegno al reddito – spiegano i sindacati – e presto la stessa sorte toccherà a chi ha beneficiato della cassa disoccupazione svizzera. Se consideriamo l’indotto di bar, ristoranti, alberghi e servizi, i numeri delle attività chiuse e della contrazione dell’occupazione divengono esponenziali. Ciò fa ancora più impressione se rapportato ad un comune di 1.961 residenti. La crisi occupazionale è la punta di un iceberg di una tensione sociale sempre sul punto di esplodere – sottolineano i rappresenti di Cgil, Cisl e Uil – Senza la riapertura della casa da gioco, Campione d’Italia muore. Il rilancio deve ripartire da un progetto serio. Le decisioni devono prendere il posto di un’inerzia che prolunga una lenta ed inesorabile agonia. Auspichiamo che le istituzioni ai vari livelli si attivino per dare una risposta ad un’intera comunità che continua a soffrire”.
Spiace per chi è toccato da questo disatro. Ma campione è sempre stato un comune super ricco assunzioni a go go e via dicendo. nessuno ha mai controllato ed i politici navigavano.per tutti era sempre festa.