A due giorni da Natale, la firma è arrivata. Una firma sul nuovo accordo tra Italia e Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni.
Viene così mandato in soffitta il precedente testo del 1974. Il nuovo accordo è stato firmato dal viceministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Antonio Misiani e dalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel. L’entrata in vigore richiede la ratifica dei Parlamenti di entrambi i Paesi.
I FRONTALIERI OGGI
“Per quanto riguarda gli attuali frontalieri e tutti coloro che lo diventeranno fino all’entrata in vigore dell’accordo non cambia nulla – spiega Alessandro Alfieri, senatore varesino del Pd che ha sempre seguito da vicino l’iter – Anzi per questo tipo di lavoratori l’applicazione del moltiplicatore medio cantonale porterà ad una diminuzione delle imposte pagate alla fonte. Inoltre, in caso di perdita di lavoro, sarà riconosciuta una indennità di disoccupazione più vicina all’ultima retribuzione percepita in Svizzera”.
I FRONTALIERI DOMANI
I frontalieri che inizieranno a lavorare oltreconfine dopo l’entrata in vigore dell’accordo saranno sottoposti a un nuovo modello di tassazione. La Svizzera tratterrà una quota di imposta alla fonte dell’80%: l’Italia applicherà la tassazione con una serie di detrazioni (aumento della franchigia speciale per tutti i lavoratori da 7.500 a 10.000 euro, detrazione di quanto già tassato dalla Svizzera, non imponibilità degli assegni familiari erogati dalla Svizzera, deducibilità dei contributi per i prepensionamenti) che ridurranno notevolmente la differenza tra nuovi e vecchi lavoratori frontalieri.
“Voglio essere chiaro – spiega ancora Alfieri – gli stipendi medio-alti dei futuri frontalieri subiranno una contrazione se paragonati a quelli degli attuali frontalieri, ma quelle tasse in più rimarranno sul territorio perché andranno a finanziare opere, progetti, interventi di sviluppo delle nostre comunità”.
RISTORNI
Cambia anche il sistema dei ristorni: dal 2034 non verrà più erogato da Berna a Roma, ma il Governo istituirà un fondo ad hoc per trasferire le risorse, che non dovranno essere inferiori a quelle percepite oggi.